6.9.12

50 sfumature di rosso.



- "Ari, cerco ispirazione per una nuova pagina di #unmondoaformadime. Ariguru, idee?!"
- "Son tutta autunno, thé e sciarpe nel mio mondo or ora. Vedo solo arancio, rosso, giallo e cupcakes"


I post nascono così.
A caso. A casa. Così.
Guardo la tazza che ho in mano mentre leggo i tweet sull'Iphone e trovo che, dal colore morbido che tende al rosso rubino del mio Breakfast Tea, ho già sottocchio due delle sensazioni regalatemi un attimo prima da Arianna.
Mi faccio prendere dall'idea e cerco nella mente.
Ricordo qualcosa: il colore delle copertine dei libri che c'erano nella vecchia casa in paese, in mezzo ai quali mi piaceva passarci le ore, e che avevano tutti quel colore, quel rosso, bordeaux, prugna, arancio. Martellati, lucidi e profumati di tempo e polvere come solo quelli di pelle sanno essere. I maglioni che per anni ho visto girare in casa nelle serate fredde di inverno, ai quali mia nonna faceva prendere forma con un diritto e un rovescio di ferri. Le tende del mio studio, il grande tappeto di zia nella casa di Via Pomezia dove si passava il tempo tra cugini, quando l'autunno faceva l'amore con Roma e io imparavo l'amore per l'arte. Le mie prime all-star, messe su che ero davvero piccola. Cose diverse e la mia idea di almeno 50 sfumature di rosso della mia vita che piano piano tornano in mente. 
Nulla a che fare con i romanzi erotici, nulla a che fare con una storia da romanzo. 
Un colore che credevo dimenticato. 
Anche se a pensarci bene almeno una volta all'anno c'è una stagione che ce lo ricorda. Un ricordo che ha quasi sempre la forma della foglia di vite o di platano.
Quest'anno poi, sembra che il mondo intero se ne sia ricordato per la stagione fredda. Sembra siano state riscoperte tonalità dimenticate. Forse dai tempi della mia infanzia. Così finalmente torneremo a farci accarezzare da immensi pull bordeaux, a rivedere in giro borse rosse e color ruggine, a farci travolgere nuovamente dalla palette di nuances che i nostri genitori hanno conosciuto come colori dell'eleganza e delle dimore antiche. E magari nelle tante serate invernali che ci aspettano sogneremo di ridipingere in modo più forte una parete della nostra casa, o ci lasceremo travolgere dalla cannella da mettere nel latte caldo o nelle torte, o sceglieremo una sciarpa arancio sulle nostre camicie di seta, o torneremo sempre più convinte al nostro n°18 di Chanel, quel rouge-noir che rapisce mani e labbra almeno per una volta nella vita di una donna. 
Così mi auguro un plaid, più tempo per me e più sfumature di colori caldi. E le auguro a tutte voi, per scaldarci assieme le mani e il cuore. 


Ho un'amica di cui conosco il nome. Di cui percepisco l'ironia dei suoi 140 caratteri. Che non so, o almeno non bene, che tratti di viso abbia. Che nel mio agosto di sudore e lacrime c'è stata e ci siamo tenute compagnia unite da un malessere comune. Motivi diversi, stesso cuore di donna. Al punto che ormai per me è Ariguru, la santona del liberami-da-Paolo-Fox. Io le ho passato qualche dritta per i capelli a boccoli. Cose importanti, insomma. 
Oggi mi ha regalato una scatola di ricordi, una prospettiva futura di colore e nuove forme e tanta tanta voglia di vivermi il prossimo autunno. Anche se un pò in anticipo, mi ci preparo. 
Mi ha dato uno sguardo altrove. Mica poco.












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