Back to work

Ottobre è ormai quasi qui. E con lui il suo sinonimo di lavoro, ritorno ai soliti ritmi già da un pò, ripresa delle vecchie abitudini, pesanti o care a seconda del carattere, delle proprie necessità e della voglia che ci portiamo dietro.
Spesso sento dire che l'abitudine è qualcosa da cui fuggire. A cui stare attenti per non caderci, qualcosa che intorpidisce, rallenta, annoia, svuota. E credo che per alcuni versi, o per alcune storie, possa essere descrizione plausibile. Ma in fondo, sarà che io sono sempre intenta a trovare il mio equilibrio nella vita semplice di tutti i giorni, trovo che l'abitudine in sé o il ritorno ad essa, non sia tanto negativo quanto il mondo sia in grado di dipingere. 
Dopo un mese, (a chi è andata meglio di altri) , di vacanza, di mare e di paesini caratteristici, il ritorno a casa, alla città, alla normalità di quella routine rassicurante, non pesa. O almeno, posso dire che mi sono trovata ad agognarla in più di qualche momento del mio agosto pieno di spostamenti, viaggi e giornate ricche di famiglia, amici e affetti. Che si sa che io sono una che non sa stare senza far nulla,e che per quanto un pò pigra, le mani in mano non è mai contenta di tenersele. 
Perché essere in movimento, da qualsiasi parte si è diretti, è per me la vera risposta a questa vita che non è mai del tutto come vorremmo, ma che a volte ci stupisce inaspettatamente. 

Per questo ecco alcuni scatti del mio ritorno in città. Del posto in cui vivo, delle combinazioni cromatiche che amo per andare a lavoro, e della serenità che vorrei riempisse il mio autunno appena iniziato. 
E il vostro. 

Come sempre grazie a Chiara Zappullo che è dietro la sua fidata Nikon.