Quando, a casa.

Quando siamo troppo stanche dai chilometri percorsi.
Quando siamo assieme alla persona che amiamo e non vediamo l'ora di poterle sussurrare nel silenzio quanto lo facciamo.

Quando piove e abbiamo i pantaloni bagnati fino alle cosce.
Quando la notte e l'alcol sembrano troppi da reggere. O troppo pochi.
Quando c'è troppo rumore e tu vorresti solo musica.
Quando l'unico desiderio è gironzolare in mutande senza le calze che prudono e quei quindici strati di maglioni che a muoversi anche l'omino Michelin è più fluido.
Quando l'unica piega esatta dei tuoi capelli vorresti fosse quella del cuscino. O del bracciolo del divano.
Quando ti manca l'odore del ragù della domenica mattina messo a "pippiare" sul fuoco dalle otto.
Quando vuoi il tuo bagno, la tua doccia e l'odore di bucato fresco dell'asciugamano per il viso.
Quando senti freddo.
Quando è troppo caldo.
Quando la carezza di tua madre saprebbe far passare il mal di testa.
Quando il sole al mattino arriva sul tuo letto per dirti buongiorno.
Quando vorresti a portata di mano proprio quella blusa di seta lì.
Quando l'unica cosa che desideri è vederla scodinzolare al tuo rientro.

Quando ognuna di queste cose è il tuo pensiero, desiderio, la tua serenità, il tuo rifugio, la tua speranza che arrivi di nuovo domani, allora è alla tua casa che ti rivolgi.
È lì che vuoi essere. A casa.

E più vado avanti ad essere architetto e più riesco solo a descriverla prettamente come un luogo del cuore.